MARIA
(va ritrosa ad inginocchiarsi innanzi ad Elisabetta)
Morta al mondo, e morta al trono,
Al tuo piè son io prostrata.
Solo imploro il tuo perdono:
Non mostrarti inesorata.
Ah! sorella, omai ti basti,
Quanto oltraggio a me recasti!
Deh! solleva un'infelice
Che riposa sul tuo cor.
CECIL
(ad Elisabetta)
Non dar fè, te ne scongiuro,
A quel labbro mentitor.
ELISABETTA
(a Maria)
No, quel loco a te si addice;
Nella polvere e nel rossor.
MARIA
(fra sè)
Sofferenza.
(ad Elisabetta)
E a me si fiera
Chi ti rende?
ELISABETTA
Chi? Tu stessa;
L'alma tua, quell'alma altera,
Vile, iniqua ...
MARIA
(fra sè)
E il soffrirò? e il soffrirò?
ELISABETTA
Va, lo chiedi, o sciagurata,
Al tuo talamo tradito,
Ed all'ombra invendicata
Di quel misero marito;
Al tuo braccio, all'empio core
Che tra' vezzi dell'amore
Sol delitti e tradimenti,
Solo insidie macchinò.
MARIA
(a Leicester)
Ah! Roberto!
Più resistere non so.
LEICESTER
(a Maria)
O Dio! che tenti?
CECIL
(ad Elisabetta)
Ah! non dar fè, te ne scongiuro
A quel labbro mentitor.
LEICESTER
(a Maria)
Chiama in sen la tua costanza!
Qualche speme ancor ti avanza.
Non ti costi onore e vita
Una grazia a te impartita,
Un favor che al nostro affetto
Tante volte il ciel negò.
ELISABETTA
Quali accenti al mio cospetto!
Parla, o Conte.
LEICESTER
E che dirò?
ELISABETTA
Ov'è mai di amor l'incanto,
E quel volto amabil tanto?
Se a lodarlo ognun si accese
A favori un premio rese;
Ma sul capo di Stuarda
Onta eterna ripiombò.
MARIA
Ah, che sento!
Più resistere non so.
Ah! Roberto!
Più resistere non so!
LEICESTER
O Dio, ti frena!
MARIA
Quale insulto!
O ria beffarda!
ELISABETTA
(a Maria)
Quali accenti! Trema, trema!
ANNA, LEICESTER, TALBO
(a Maria)
Che favelli! Taci, deh! taci!
CECIL
(a Maria)
Trema, trema!
MARIA
Ah! no, no!
Figlia impura di Bolena,
Parli tu di disonore?
Meretrice indegna e oscena,
In te cada il mio rossore.
Profanato è il soglio inglese,
Vil bastarda, dal tuo piè!
ELISABETTA
Guardie, olà!
(Entrano i soldati.)
ANNA, LEICESTER, TALBO
Quali accenti! Ella delira!
Giusto ciel! Perduta ell'è!
CECIL, CORTIGIANI
Quali accenti! Ella delira!
Speme più per lei non v'è
Vídeo de Onegin65
ELISABETTA
(a Maria)
Va, preparati, furente,
A soffrir l'estremo fato:
Sul tuo capo abbominato
La vergogna spargerò.
(alle guardie)
Trascinate la furente
Che se stessa condannò!
CECIL
Dell'audace il ciel possente
La vendetta omai segnò!
MARIA
Grazie, o cielo! Alfin respiro.
Dai miei sguardi ell'è fuggita.
Al mio piè restò avvilita,
La sua luce si oscurò!
ANNA, TALBO
Quali accenti! Sventurata!
Tu offendesti Elisabetta!
Forse, ah, forse la vendetta
All'offesa destinò (preparò)!
LEICESTER
Ah! ti perdo, o sconsigliata,
Quando salvarti bramai.
Quando fido a te tornai
Il destin ci fulminò.
CORTIGIANI
Dal supplizio l'onta estrema
La Regina a te serbò.
Sì, taci, vieni, trema, trema,
Ogni speme si ecclissò.
TALBO
(a Leicester)
Leicester vieni,
Non ti senta Elisabetta.
MARIA, LEICESTER
Addio! Per sempre!
ANNA
Deh taci! Ah, vieni!
ELISABETTA
(alle guardie)
Olà! ... Trascinatela!
(Le guardie si avanzano per trascinare Maria.)
ELISABETTA
(a Maria)
Nella scure che ti aspetta
Troverai la mia vendetta.
(alle guardie)
Trascinate la furente
Che se stessa condannò.
MARIA
(Vedendo circondata dalle guardie,
ripiglia con entusiasmo crescente.)
Or guidatemi alla morte:
Sfiderò l'estrema sorte.
Di trionfo un sol momento
Ogni affanno compensò.
LEICESTER
Ah! ti perdo sconsigliata, ecc
Quando fido a te tornai
Il destin ci fulminò.
Per sempre ci lasciò.
ANNA, TALBO
Quali accenti! Sventurata! ecc
Ah! qual dai tormenti
A chi salva ti bramò.
CORTIGIANI
Del supplizio l'onta estrema, ecc
CECIL
Dell'audace il Ciel possente
La vendetta omai segnò.
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